Bavaria
Pretendere di conoscere le barche a vela senza mai mettere piede su un Bavaria è un errore di presunzione. Quindi appena si è presentata l’occasione di trascinare un Bavaria 50 alla Barcolana 2008, ci siamo prontamente offerti volontari, facendo un bel test di 4 giorni e 230 miglia. Il risultato è stato sorprendente: abbiamo provato il miglior motorsailer in commercio! Iniziamo dalla parte migliore: è comoda. Ma cosi’ comoda e ben progettata che di fatto uno non sente enormi desideri di muoversi sull’acqua, quanto piuttosto di spostarsi rapidamente da una baia all’altra. Che è, per l’appunto, il concetto di charter nautico estivo. E a quasi nove nodi a 2400 giri, se ne visitano di baie in una giornata...
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Dentro: la dinette è un campo di calcio e le cabine sono vaste e molto, molto ben arieggiate... Consigliamo infatti un allarme per far chiudere la batteria di oblo e tambucci da chiudere in caso di acqua in coperta. Grande scelta e varietà di stipetti e armadi. Belle le panchette da doccia nei bagni di poppa, anche se i tedeschi hanno nascosto benissimo gli interruttori delle docce. Che userete praticamente subito, visto che il fondo della barca è cosi piatto che lo scarico docce contiene poco meno di una lattina prima di tracimare per il pavimento. Ottimi i due frigo, peccato i due fuochi per la cucina, ce ne vorrebbero 4 per pareggiare gli spazi. Piacevole il tavolo carteggio, anche se la plastica radicata brevetto Bavaria da sui nervi.
La barca d’estate si vive fuori, quindi il progettista del pozzetto che ha messo un tavolo troppo piccolo anche per una scacchiera da backgammon per 10 persone andrebbe ovviamente lapidato. Evidentemente i tedeschi vivono a panini wurstel e crauti. Svelato il mistero dei soli due fuochi in cucina, quindi: un fuoco per scaldare i wurstel, l’altro per scaldare i crauti. Per il resto la sterminata coperta è un traforo di oblo e un orgasmo di antiscivolo bianco, dove presumo le donzelle non troveranno difficoltà a stendere asciugamani.
A vela: come tutti ben sanno ridurre la velatura è un lavoraccio e non si puo’ sperare di renderlo piu’ semplice senza rinunciare a qualcosa. La randa avvolgibile ha la firma di Paul Elvstrom, il quale certamente, pur con i suoi 80 anni, avrebbe un violento movimento convulsivo nell’ammirare quest’insulso pezzo di telaccia, la cui inutilità è solo parzialmente alleviata dalla facilità d’uso. Il genoa va un po meglio, anche se ha un taglio basso che lascia interdetti... In complesso piccoli entrambi. Ma a vela, un 50 piedi un po’ si muove sempre, per fortuna, quindi non ci lamentiamo troppo, le linee d’acqua sembrano accettabili. Il vero dramma è un’altro: il timone. E’ cosi’ insensibile e scrauso che dopo 5 secondi di una bolina che normalmente esalta il desiderio di ruota, ti ritrovi a schiacciare il pulsante auto.
Conclusioni: a nostro giudizio un’ottima barca da charter, con prezzo eccellente e grande comodità, ingiustamente snobbata a vantaggio di altre concorrenti (come i Cyclades) che non offrono cosi’ tanto. Buone linee d’acqua ma ti vien voglia di colpire con un badile il velaio e chi ha progettato il timone. |