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Grand Soleil 50
   
         

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Durante una crociera di due settimane sul Grand Soleil 50, Cantieri del Pardo, si provano frequentemente due forti impulsi: quello di abbracciare il designer che ha creato una barca così piacevole e veloce, e nello stesso tempo quello di prendere a calci un responsabile di progetto che l’ha infarcita di difettucci, sufficienti a tenere lontani dall’acquisto i marinai esperti che la provano. Dio e il Diavolo sono, si sa, nei dettagli!

Ottimo disegno, una buona attrezzatura e un moderno piano velico di grande superficie spingono il GS 50 veloce sull’acqua e nelle classifiche delle regate. Certo non vorremmo navigare contro onde fastidiosamente alte, diciamo oltre il mezzo metro, dal momento che la velocità raggiunta con il disegno e il peso ha un prezzo notevole nel momento in cui si affronta l’onda. Perfetta per Adriatico, Croazia, Grecia Ionica e Sardegna (Costa Est), non mi divertirei troppo sull’onda del Tirreno. Piuttosto che uscire da Gibilterra vado a pelar patate su un mercantile, anche perché qualche genio ha progettato una bella cassa portaparabordi giusto dietro l’ancora, NON autosvuotante, di qualche metro cubo (in barca lo spazio non serve…) che, se si riempie di acqua salata, diventa qualche tonnellata. Chapeau.  

Gli interni sono di pregio, eleganti e ben rifiniti, lineari senza essere, per fortuna, minimalisti. La cabina di prua è adeguata a prezzo e categoria, ottime le toilettes. Peccato che la plastica del soffitto sia stata copiata dai boeing della Ryanair.

Il cuoco non ha di che lamentarsi sul GS50. Prima di tutto non lavorerà troppo perché il frigorifero è troppo piccolo per contenere quanto necessario a una crociera decente, sempre che uno voglia anche tenere in fresco l’acqua e le birre. E’ evidente che il project manager pensa che chi spende oltre 500 mila € per una barca difficilmente cenerà a bordo. Beh, certamente non in baia, visto che l’attrezzatura per l’ancora, specie il puntone che è avvitato alla prua con 4 o 5 brugole che difficilmente potrebbero tenere insieme a lungo la scatola dell’Allegro Chirurgo’, sono un forte incentivo all’utilizzo dei marina.

Il motore è senza infamia e senza lodo, abbastanza silenzioso anche se il silenziatore scalda le cabine di poppa, che di ulteriore calore non hanno bisogno.

Preferirei invece calare un velo pietoso su alcuni dettagli. La pompa di sentina farebbe fatica a sgottare un gommone, ma d’altra parte pesca solamente in uno dei tanti spazi della sentina i quali, udite udite, non sono comunicanti E sono raggiungibili solamente svitando i pannelli del pagliolo. Ma siamo sicuri che non serve asciugarli? Beh, probabilmente non se teniamo la barca in secco, ma se ci piace la bolina allegra teniamo presente che l’acqua spruzza ancor più allegramente dallo scarico del lavandino, criminalmente diretto a mare. Evidentemente le viti sono il prezzo da pagare per evitare i cigolii…

In conclusione: noleggiatela e divertitevi, ma lasciate che la compri qualcun altro.

 

 
     
 
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